Zipang – Episodio 17

Masanobu Tsuji (辻 政 信 Masanobu Tsuji, 11 ottobre 1901 – Ca.1961) fu un tattico dell’Esercito Imperiale Giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale e, in seguito, un politico. Benché dopo la Seconda Guerra Mondiale non venne mai accusato di crimini di guerra, alcune successive indagini hanno rivelato che era coinvolto in crimini di guerra durante la guerra del Pacifico, tra i quali il massacro di civili cinesi a Singapore, le esecuzioni durante la Marcia della Morte di Baatan di numerosi prigionieri che si erano arresi, le esecuzioni di funzionari del governo delle Filippine e di altri crimini di guerra in Cina. Masanobu Tsuji è considerato come il più famoso criminale di guerra giapponese che si è sottratto alla giustizia. È stato uno dei principali promotori del Gekokujo, “Condurre partendo dal basso” o “Insubordinazione leale”.

Masunobu Tsuji nacque nella Prefettura di Ishikawa in Giappone. Ricevette la sua istruzione secondaria in una accademia militare e poi si laureò alla Scuola di Guerra.

Tsuji servì come ufficiale di stato maggiore dell’esercito Kwantung nel 1937-1939. Il suo atteggiamento aggressivo e insubordinato ebbe il suo peso nelle guerra di confine sovietico-giapponese, in particolare l’Incidente di Changkufeng o Battaglia del Lago Khasan e l’incidente Nomonhan o Battaglia di Khalkhin Gol. (Nomi Giapponesi e Russi)

Durante la guerra del Pacifico prestò servizio principalmente in Malesia, Birmania, Filippine, e a Guadalcanal. Servì come Ufficiale di Stato Maggiore sotto il Generale Tomoyuki Yamashita. A Guadalcanal, Tsuji progettò e guidò gli ultimi due assalti tentati dalle Forze Giapponesi per espellere gli americani dall’isola. Tsuji, dopo questi fallimenti, tornò personalmente a Tokyo per sollecitare l’evacuazione delle truppe da Guadalcanal. L’Imperatore fu colpito dalla sua franchezza.

In Retribution: The Battle for Japan, 1944-45, Max Hastings scrisse, “Il Colonnello Masanobu Tsuji [era] un fanatico più volte ferito in azione e ripetutamente trasferito dai generali esasperati dalla sua insubordinazione. Tsuji, una volta bruciò una locale di Geisha per evidenziare il suo disgusto per la fragilità morale degli ufficiali al suo interno. I suoi eccessi furono responsabili di alcuni dei peggiori errori giapponesi a Guadalcanal. Fu direttamente responsabile di brutalità sui prigionieri e sui civili in ogni parte dell’Impero Giapponese in cui prestò servizio. Nel nord della Birmania, si cibò del fegato di un pilota alleato morto, castigando come codardi coloro che si rifiutarono di condividere il suo pasto: “Quanto più si mangia, più luminoso brucerà il fuoco del nostro odio per il nemico”.

Dopo la resa del Giappone nel settembre del 1945, Tsuji si nascose in Thailandia per paura di essere giudicato per crimini di guerra. Quando fu chiaro che così non sarebbe stato, tornò in Giappone e scrisse sui suoi anni in clandestinità in Senko Sanzenri (潜行 三 千里, In incognito per 3000 li [1500 km]), che divenne un best seller. Le sue memorie lo resero famoso e più tardi divenne un membro della Dieta. Nel mese di aprile 1961, si recò in Laos e di lui non si seppe più nulla. Presumibilmente rimase vittima della guerra civile del Laos. Venne dichiarato morto il 20 luglio 1968.